16 dicembre 2005

terza età


ho restaurato.
abbassato la guardia e messo da parte rabbia e paura.
ho regalato abbracci.
ho ascoltato 30 anni.
ho accusato senza crollare senza mollare la presa.
Stamattina in macchina ripensavo a te.
tra me e me il silenzio delle mie parole..il ronzio dei miei pensieri.
I desideri, le voglie, il niente, la reclusione e la voglia d'amare più della voglia di essere amato.
Mi sono messo da parte, mi sono escluso e ora guardo da fuori, ti guardo, ti seguo.
Sto in disparte e ascolto...mi ascolto, ti ascolto.

Il jazz, il blues, due bacchette e la musica...il ritmo e il tempo che corre. due quarti, tre quarti, la samba, il cha cha cha, il mambo....non fa nessuna differenza. per lui nessuna differenza, incredibilmente tiene il tempo, ogni tempo...il suo tempo. il pianista muove la testa e segue il suo tempo, la tromba divaga ma alla fine torna al battito dei piatti.

l'università della terza età regala personaggi d'altri tempi, signore che parlando tra loro si toccano il viso dolcemente, carezze su pelli spalmate di creme, mani affusolate, candele, rose rosse per donne eleganti, cravatte, giacche e papillon, barbe fatte e gillet. capelli grigi...piedi sotto i tavoli che tengono il tempo. mani e anelli che con forchette e coltelli toccano piatti e bicchieri. La terza età non ha tempo da perdere, rimane da volersi bene. nella terza età rimane il perdono...e la voglia di ripartire fosse anche dall'università. Mi piace stare li..in mezzo alla terza età io che sono a cavallo tra la prima e la seconda mi sento da sempre alla terza. mi piace l'odore di naftalina, di dopobarba, mi piacciono gli sguardi che si scambiano tra loro, le chiacchere al tavolo, l'energia che scorre, molta di più che nella seconda età...c'è più energia...sorrisi più sinceri...abbracci più stretti..voglia di vivere. amo la terza età. Quello è il mio tempo da sempre...

...ma oggi è arrivato il nostro tempo papà.
leggo negli sguardi della gente che ti ascolta. piaci. piaci con quei capelli sporchi appiccicati alla fronte che scendono sulle spalle, grigi e stanchi di crescere..stanchi di non essere mai tagliati, pettinati, considerati. Da una vita non ti guardi allo specchio, credo tu abbia smesso a 30 anni di guardarti. da li in poi hai guardato dentro, dentro di te hai guardato..hai seguito il tuo tempo ed ora anche gli altri lo seguono. piaci con quel fare trasandato ma a tuo modo unico..sei tu, quello sei tu e nessun'altro, solo tu sei mio padre, solo tu tieni il tempo, solo tu ad occhi aperti, solo tu non hai paura del giudizio degli altri, solo tu guardi in faccia le prime file e fai smorfie che neanche ad impegnarmi riuscirei a rifare, solo tu muovi la testa come un batterista rock anni 70, solo tu usi le spazzole per accarezzare i piatti, a volte mi sembra tu abbia mille mani e mille piedi...arrivi ovunque...suonano mille tamburi mille piatti, sei ovunque anche al mio tavolo per il tempo di darmi una carezza che so che per te è il massimo dell'affetto...ieri, per ben quattro volte sei venuto da me per toccarmi i capelli e sfregare le tue guance sulle mie.

ti ho aspettato 32 anni.

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