02 febbraio 2007


papà sei cattivo, il papà è brutto.
non me l'ero mai sentito dire in tre anni, eppure capita, capita anche quando non vorrei,
capita di sentirmelo dire quando vorrei essere con lui ma non posso, eppure è così,
vivo a rovescio, pensando che in una vita normale capita a tutti i genitori di sentirsi dire "papà sei cattivo"
capita a tutti i genitori di non poter esserci sempre...a me capita in giorni prestabiliti e allora sto imparando a incanalare le sofferenze, a versare le lacrime all'interno, piango dentro e mi sciacquo la cornea.

ho sempre odiato vivere in giorni prestabiliti eppure mi ci sto abituando, devo, sono obbligato. sto cercando l'aria per respirare, risposte alle mie domande, qualcuna l'ho trovata, ho trovato il mio muro del pianto, ho trovato un legno su cui disegnare, una panchina in mezzo alla campagna dove leggere, sto cercando, qualcosa lo sto trovando.

mi faccio compagnia, ma non di più. a tutto c'è un limite, anche alla compagnia, anche all'affetto da dare e prendere.

non sono un papà cattivo, potrò anche esserlo, ma ora no, forse sono brutto ma a Giulio rispondo che però sono simpatico. Mi fa piacere che mi dica che sono cattivo e che sono brutto. mi fa più piacere sentirmi dire quello più di quando mi dice "ti voglio bene". E' un piacere lontano da assaporare nel tempo. E' giusto che mi dica tutto, che non abbia paura, è giusto che urli, che si prenda le sculacciate e che un attimo dopo mi chieda scusa e poi lo rifaccia. E' giusto che dica, che parli. in quella botte di tre anni sta fermentando un bel bimbo, nato da un papà brutto.

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