19 maggio 2006

sono qua a mettere un piede davanti all'altro, qua a scindere il dolore dal camminare, la pianta del piede dal ginocchio, il pensiero dal sentiero. scindo, divido, cerco strade, tocco pareti, annuso fiori e coltivo sogni su marciapiedi ai bordi delle strade. Il vaso di fiori ha bisogno della mia acqua come mio figlio ha bisogno della mia mano questo è il punto. Il punto da cui dovrò partire, il punto da cui dovrò piantare le radici e crescere....nel mio vaso. dal balcone guardo il vaso del vicino, i suoi gerani sono più rosa. Io ho una pianta grassa cresciuta dal nulla, probabilmente caduta dal piano superiore, probabilmente portata dal becco di un uccello, anche la mia tra un mese fiorirà, farà mille fiori viola che all'imbrunire si chiuderanno per poi riaprirsi la mattina al primo sole. E' stata la sospresa più bella da un anno a questa parte. Non teme il feddo, non teme il gelo, in inverno le sue foglie si fanno scure sembra seccarsi ma al primo sole torna verde, io le do acqua, le do la sigaretta dopo cena e il caffè dopo la sigaretta. Lei gradisce e fiorisce. lei cresce e riempie di invidia i vicini che si chiedono che pianta sarà mai.

Io non lo so...non so chi sia, so che forse un giorno se ne andrà com'è venuta. In casa siamo io e lei. Io lei un pesce rosso e uno nero, il gatto, otto canarini e cinque bengalini. la mia vita in un pennello secco, la mia vita in una biro che devo succhiare per convincerla a scrivere, la mia vita in un occhio che se non riesco a disegnare impazzisco.

la mia vita nella fuga delle mattonelle, nelle strisce pedonali che conto una ad una, salto da un lato all'altro della strada galleggiando sulla zattera a strisce. La pianta dei miei piedi mi dice che la strada si farà volentieri calpestare, purchè il peso sia reale. Via i pensieri....leggero...più leggero.

Song To Say Goodbye
PLACEBO

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