30 gennaio 2006

ASSOLTO




due contro uno.

due voi
uno io
sempre uno, io.
sempre due , voi...
alla fine
sempre tre siamo.

Amici uguali amici fratelli stesse barbe ad avvolgersi nelle mascelle,
stesse mani, stesse unghie a mangiarsi, stesse vibrazioni, stesse...stessi...
noi stessi sempre noi stessi con un sacco di parole in più da riordinare e da regalarci.
le parole le stesse..io dietro in mezzo,
voi due davanti a guidare...a navigare.
Sono passati 15 anni e io sto sempre seduto dietro,
sempre voi a guardrmi dallo specchietto,
sempre io a indugiare nelle vostre orecchie.

pesce crudo e birra...riso e risa.
mi sento bloccato..le parole mi grattano in gola, inizia il processo
...ma io penso alle gocce d'acqua che ho lasciato sul vetro della macchina
penso tra me e me “a quest’ora chissà se stanno scendendo?, chissà dove finiranno?”
penso alle mie gocce mentre il cameriere sedicenne impara a pronunciare la parola "Minchia"
...vive a concordia...nella bassa, nella nebbia, tra le zanzare in riva ad un canale.
Catapultato dodicenne a Modena direttamente da Shanghay, niente scuola, niente amici,
solo piatti da spostare la sera, solo bicchieri da lavare, solo prenotazioni da prendere,
parole da imparare e attenzioni da catturare infilato nella giacca del padre.

Il gatto e la volpe pensano bene di insegnargli la parola “Minchia” spacciandola per parola cinese...
“min-chià”...lui ride e riesce solo a dire “min-ghia”....e io?...io guardo e ascolto il gatto e la volpe sfottere il ragazzetto.
dentro sgocciolo come il vetro della mia macchina...dentro vorrei regalargli una canna da pesca, una giornata in un parco,
un giornata passata a correre in bici, una giornata passata a scrivere alla vicina di banco, una giornata...anche una sola diversa dal solito, regalargli due occhi grandi e non quelle due fessure che si ritrova.
Ogni volta che si imbarazza gli esplode un tic in bocca e fa smorfie strane.

il gatto e la volpe infieriscono facendolo scoppiare di tic...mi ripete sempre “tu bevi, tu devi bere” avrò la faccia strana...
solo a me ripete di bere “glappa...glappa di lose”, bevo per farlo felice...ribevo per farlo felice...come uno squalo
si aggira tra i tavoli ma ormai il suo sgardo è di mia proprietà...mi guarda...lo guardo...rido...ride in quelle due fessure di occhi e io mi chiedo “ma come cazzo farà a vederci?”

il pesce si finisce..il riso diventa un sorriso e la birra si scalda.

il gatto prende le pastiglie per la pressione...probabilmente finirà di pagare il mutuo e morirà d’infarto,
la volpe racconta di se come di un film, come stesse ripassando il copione.
il processo non ha ne vinti ne vincitori.

tra il gatto e la volpe
non si troverà mai una soluzione al problema

...ma l’assoluzione
al problema

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