27 giugno 2007

fatale fu la rovesciata: part1

"ne sono sicuro, un passo dopo l'altro e tutto tornerà al suo posto. cerco di ascoltarmi come ho fatto negli ultimi tre anni, tre anni passati a ricostruirmi, passati ad inseguirmi, a scavarmi buche lasciando fuori il culo come un struzzo, tre anni in cui ho pianto e sanguinato. tre anni, 1095 giorni, 26280 ore, 1576800 minuti passati a contare...passati ad amare sempre. sempre. sempre amare perchè è l'unica cosa che so fare. e poi ho chiuso gli occhi e incominciato a parlare, ad ascoltare, a far uscire tutto il male, dividerlo dal bene, setacciarlo come farina macinata, voglio la farina io e non le briciole...non sono una tovaglia io. ho macinato parole e ingoiato tutto. indigestione ho fatto di segreti a cui ho cercato di dare una forma, mi sono nascosto la realtà fino al giorno in cui ho cominciato a scrivere, a raccontarmi la verità. "

quello ho fatto, scaravoltando in area di rigore ho squarciato la rete, pensando di aver fatto il gol più bello della mia vita... e invece sono rimasto a terra...caduto sulla schiena ho sentito il fiato mancare, occhi al cielo, si è fermato tutto per alcuni mesi, non secondi, nemmeno minuti, nemmeno ore, ma mesi, mesi di silenzio. quel silenzio quel dolore che lacera le vene, non ti resta che sanguinare, sanguinare ovunque. é un emorragia interna, il cuore perde colpi e batte fuori tempo. il mondo si è scaravoltato in un sol colpo, e pensare che quando ho intravvisto la porta mi sono lanciato a tutta velocità su quella palla per scaraventarla dentro, ad un certo punto non pensi più a niente, è l'istinto a guidarti e io mi sono sempre fidato del mio istinto...sempre. questa volta mi ha fottuto. mi ha fottuto. mentre mi portavano via in barella ho fatto in tempo a dare un occhiata alla porta, il mondo sottosopra e la palla fuori in un cielo verde erba. la palla era uscita. fuori. nessuna rete squarciata, nessun gol, niente. nemmeno il portiere, nemmeno quello. mi dissi che era un sogno, non ci volevo credere, immobile in quella barella non facevano che scendermi lacrime dagli occhi, le mie mani stringevano ferro ghiacciato....chiusi gli occhi. mi svegliai in un letto d'ospedale, un crocefisso come semaforo, una flebo come lampione e una sedia a rotelle come automobile. il Natale lo passai in quella cucina spoglia a far torte in bilico su due ruote, ad impastare sulle note di "Ballata per la mia piccola iena", il cioccolato sapeva di cioccolato, le mandorle di mandorle, il natale sapeva di bende elastiche, di disinfettante, di ospedale. mi stavo leccando le ferite, lo squarcio più grosso stava dentro, le gambe avrebbero ripreso a muoversi di li a poco. ....

2 commenti:

  1. Anonimo11:02 PM

    Sarà stata colpa di Holly e Benji? :D
    Dolce il risveglio con gli After.... Bacio.

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  2. insomma....preferivo Mila non Shiro

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