pulisco con cura le scale, in controluce rimangono segni...i segni del tempo in una casa di 40 anni... mi ripeto che potrei fare meglio, sono sicuro che mia madre le pulirebbe meglio, ma mia madre non abita con me quindi....le pulisco io e io le pulisco così..però...potrei fare meglio. si me lo ripeterò all'infinito..potrei fare meglio, meglio, meglio, meglio, poi mi rompo di ripetermelo e mi accontento, anzi no, anzi si. Quattro piani di odori, io ci metto il detersivo alla lavanda ma il soffritto è molto meglio, chissà se inventeranno mai il detersivo all'aroma di aglio, di arrosto, di pesce...chissà, oggi pulisco anche i vetri, oggi mi prendo tutto il tempo, oggi non ho fretta, le bimbe suonano alla mamma, "mamma apri ho la cacca, apri apri apri", io spazzo pulisco e lavo. aspetto in cortile che si asciughi la prima rampa di scale per entrare. La domenica mattina mi piace, mi piace pensare mentre il mocio vileda fa il suo dovere...il vento fa il resto, il vento asciuga, che bello. E' bellissimo il profumo della Dora che scende di fretta scusandosi per aver calpestato dove ho appena pulito, bellissimo quel riflesso opaco, quei gradini consumati. Penso al vortice in cui mi trovo, penso a quanta strada ho fatto nell'ultimo anno...tanta, tantissima. Ora mi sembra di aver messo fuori il naso dall'acqua, respiro e mi sento. mi sento, mi vedo pedalare, mi vedo pulire, mi piaccio in quella rampa di scale, pulisco in compagnia di Chiara che mi chiede perchè sia sempre io a pulirle e non la mamma di Giulio, ascolto la mia voce, mi ascolto cantare e gli attimi di dolore hanno reazioni più immediate, quando un anno fa ci mettevo giorni a trovare un sorriso, oggi il sorriso me lo ritrovo dopo poco e non so il perchè, non lo cerco il perchè..prendo tutto e se c'è qualcosa che viene è forse perchè doveva venire. Alla Chiara rispondo con naturalezza, la naturalezza di un bambino con le cicatrici in faccia, "Chiara le pulisco io perchè la mamma di Giulio non abita più qui, Giulio ha due case adesso", la Chiarina ha una mamma che le prepara il minestrone e un papà contadino, ha una sorella di due anni più grande, Chiara ha quattro anni e fa domande senza giri di parole, quelle che piacciono a me...rimane immobile, mi fissa pulire, poi mi chiede "e perchè?" bella domanda. Vorrei prenderla in braccio, sedermi sui gradini e raccontarle una storia infinita che sapeva di infinito ma che purtroppo è finita, ma non è il caso, un giorno gliela racconterò, "ti scriverò una storia Chiara, te la leggerò io, è una storia lunga che spero ti farà voler bene al tuo papà e alla tua mamma quanto Giulio ne vuole a me e alla sua mamma". La Chiara finge di aver capito, io fingo di essere stato esauriente ma so di aver parlato di aria fritta, ma la promessa è una promessa e la manterrò, qualcosa qui sto scrivendo e quel qualcosa sarà per te, sarà per Giulio.
il mio corpo ha sete e cerca acqua, ha voglia di vivere e cerca la vita, nelle parole, nella musica, nella danza, negli abbracci del mio bimbo la notte. ci abbracciamo tanto nella notte, mi piace annusargli i capelli, abbracciarlo da dietro nel sonno..i suoi piedini in mezzo alle mie cosce per scaldarsi, le sue manine nelle mie e poi tante carezze, tante carezze mentre dorme. Quanto lo amo.
tanto.
una volta dissi di amarlo più di me stesso,
oggi dico di amarlo quanto me.
quanto me.
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