i capelli davanti agli occhi, ricci, lunghi. costume rosso e pelle bianca. mangia un ghiacciolo seduto sul suo asciugamano. si guarda attorno. poco più in la sul loro asciugamano si baciano, lingue ad intrecciarsi, lentamente poi più forte, comanda lei la danza, lui equilibrista contro ogni forza di gravità bacia in una posizione assurda. i muscoli delle braccia lo sorreggono, è mingherlino e raccoglie tutte le sue forze per resistere e gustarsi quella lingua che lo sta soffocando. la biondina guarda il ricciolino dal costume rosso, credo sia la sua ragazza, gli ronza attorno, lui è perso nel nulla, mangia il suo ghiacciolo e chissà a cosa pensa. Il cordone ombelicale credo si stacchi mentalmente sui 15 anni, quando si nascondono gli sguardi, quando tutto si è pur di non esser come mamma e papà, quando si è quel che si vorrebbe essere, quando lo sguardo sta dietro i capelli, nascosto, quando in piscina con gli amici ci si cuoce al sole e non ci sono più le merendine della mamma nello zaino ma una birra presa al bar e un pacchetto di patatine mangiato con tanto di rutto finale. una bestemmia e via in acqua.
chissà se si staccherà mai il cordone ombelicale, chissà se sarà la morte a tagliare quel cordone. Giulio mangia la sua pesca, io sdraiato in terra guardo i ragazzini scherzare tra loro, giulio mi dice "papà non ne voglio più" e mi dico...chissà se tra 13 anni quando anche giulio andrà in piscina con i suoi amici e avrà finito il suo ghiacciolo penserà un attimo a me che oggi sono qui con lui a raccogliergli il nocciolino. chissà se in un angolo del suo cervello rimarrà quest'immagine, come quella che proprio oggi mi girava in mente.
Mio padre che da piccolo mi portava in piscina la domenica mattina con i suoi amici, ricordo Eugenio il bassista, Luciano il chitarrista, ricordo Roberto il ricciolo chitarrista.
parecchie cose si sono fermate ad allora,
dai tuffi dai blocchi ai tuffi sul letto.
i miei ricordi finiscono li.
gli unici
belli
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