si disquisisce...
ma la festa è per me mesta.
il ritorno sarà di quelli senza una lira nelle tasche. già lo so,
anche questa notte l'ho passata tra i lacrimogeni.
Mi vedo imbarazzante, mi sento ridicolo al suo cospetto.
non ho potere, non ho poteri,
mi lascio calpestare a fatica io, ma dovrò farlo,
dovrò accettare di aver perso mezzo cuore
mezza corpo, una gamba, un braccio, un occhio.
un passeggero, un piatto a tavola, un respiro nel letto,
una monetina dal portafogli per il posteggio,
un abbraccio, un regalo di compleanno,
un sorriso, un solletico, un calcio, un pugno,
un massaggio, una parola, una lettera,
una domanda, una risposta, un pensiero.
ho raccolto i miei libri sparsi sul pavimento
mi sono portato i piselli da "casa" anzi dal supermercato
li ho cotti e me li sono mangiati.
mi porto la minestra da casa, poi mi accorgo che non ho più una casa.
non ho più una cucina, non ho più un letto,
ho solo una macchina per spostarmi
il tragitto è la mia casa,
lo spazio è la mia casa,
tra me e lei c'è la mia casa.
lo spazio che ci divide è la mia casa...
ecco che passo i giorni a girare
leggo in macchina
dormo in macchina
mangio in macchina.
infilo la chiave nella porta della mia casa che fu e mi accorgo...
che c'è chi conta i miei due capelli lasciati nel lavandino,
c'è chi schioda le mensole che avevo tenuto in piedi miracolosamente per cinque anni,
c'è chi stacca le foto, c'è chi stacca i miei quadri...
un pezzo alla volta c'è chi perde i miei pezzi.
...e pensare che nel suo giardino dieci anni fa piantai una pianta di rose...
quest'anno come ogni anno il primo fiore sarà per lei.
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