la gioia è elementare,
la gioia è ancora alle elementari,
io invece credo che la gioia stia all’asilo nido.
i suoi sono sorrisi senza parcella, quelli che sfondano lo stomaco dal male, quelli che diventano crampi...quelli che chiudono gli occhi e fanno piangere.
sono gli estremi che si toccano.
a quel punto ogni estremo si tocca, le lacrime affogano nei sorrisi e torna la quiete..il respiro si fa più lento e vorresti solo dormire.
lo guardo e mi sembra di capire, riconosco quei sorrisi, quel bisogno di attenzioni lo conosco, il sorriso mi si stampa tra i denti e torno bambino, non faccio fatica, al contrario faccio più fatica a sentirmi uomo, e non padre...dico uomo...grande con gli assegni nel portafogli che non ho, grande con le parole dei grandi, con un opinione, con la barba dura e l’odore di dopobarba, grande con i peli grossi sulle braccia, grande con una soluzione, grande con le risposte a tutte le domande.
io non sono grande, non ho soluzioni ho solo mani da lavare, mani per dipingere, mani per cucinare, non ho mani da stringere ma solo mani per sfiorare, ho solo desideri da avverare, parole da aspettare per poi scriverle, parole senza maiuscole. non riesco a diventare grande...io non ci riesco...
...per questo ci capiamo al volo ma a volte è difficile togliere i pesi, difficile quasi come tagliarsi la barba.
i baci tra i capelli, gli abbracci, gli indirizzi persi, il sole che è tondo e giallo come un limone e ride sempre, la luna che a spicchio mi sa sempre di aglio...queste sono cose da grandi.
i baci tra i capelli sono solo scuse per annusarsi la testa, gli abbracci sono solo scuse per toccarsi, gli indirizzi si perdono da soli perchè la strada la devi trovare da solo, il sole è solo tondo perchè così è perfetto e la luna è a spicchio perchè così ti culla la notte.
io non ci capisco più niente.
ho bisogno dei suoi sorrisi per questo
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