06 febbraio 2006

the door in the floor

si spengono le luci.
mi basta sentire un respiro sul collo,
mi basta vedere una ventina di teste davanti.

Mangio in penultima file, mangio con un respiro sul collo e una pelata in fronte. Quello è il mio ristorante, da quando non riesco più a sedermi a tavola, da quando faccio colazione in piedi con la giacca la sciarpa e i guanti.

Sposto la tenda e ci si scambia le poltrone...io sono quello delle seconde visioni, quello che mangia, quello che se si addormenta lasciando cadere la testa all'indietro si tocca la fronte con il palmo della mano fingendo di essersi dimenticato qualcosa. Io sono quello che ascolta i commenti della prima visione e ieri...ho sentito questo. "CHE DELUSIONE" . Stavo entrando, quello era il mio benvenuto. Non sapevo nulla del film come spesso mi accade. Mi siedo, aspetto e come sempre conto le teste. siamo 21...13 sono donne...4 sono alle mie spalle, 75 anni l'una. Scendo nella mia poltrona fino a sparire...il loro respiro sul collo, più vicino. In ultima fila sta lui. sempre lui, solo, solo come me....adesso si toglie la giacca lo so...e infatti, adesso appoggia il gomito destro sul bracciolo della poltrona, adagia la guancia sul palmo della mano e dorme...dorme e russa. Lo so, fa sempre così...la sua sportina di plastica tra le gambe e i suoi capelli tinti di rosso. Dorme e a fine primo tempo cambia posto, scende di quattro/cinque file. sempre così, la domenica è nostra...io mangio e lui dorme...io dormo e lui russa.

Il film non è affatto una delusione.

non lo è mai,
se 4 vecchie ti respirano sul collo
commentando il nudo di una donna dicendo
"il mio seno è molto meglio",

non lo è mai,
se quello davanti a me
ha un tic che gli fa alzare il sopracciglio destro
alternato a quello sinistro,

non lo è mai,
se rido piangendo
o se piango ridendo.

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